La condanna all'ineleggibilità per cinque anni a Marine Le Pen è un “terremoto politico”: e mentre il RN decide il da farsi, anche in vista delle presidenziali, non è detto che la sentenza non avanza il sostegno all'estrema destra.
La decisione del tribunale di Parigi di condannare per appropriazione indebita di fondi pubblici Marine Le Pen si è abbattuta sulla scena politica francese come un terremoto. La sentenza, relativa al processo sugli assistenti parlamentari fittizi dei deputati al Parlamento europeo, ritiene che la leader di Rassemblement National (RN) sarà ineleggibile, con effetto immediato , per i prossimi cinque anni, che dovrà portare per due anni il braccialetto elettronico, pagando anche una multa da 100mila euro. Di fatto l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni le preclude la corsa per l'Eliseo nelle elezioni presidenziali francesi del 2027, per le quali Le Pen era considerata la grande favorita. Il partito, invece, è stato condannato al pagamento di un'ammenda pari a due milioni di euro oltre che alla confisca di un milione di euro sequestrati durante l'inchiesta. In totale, 23 imputati sono stati condannati a pene che vanno dai sei mesi di prigione, con sospensione della pena, ai quattro anni a seconda dei casi, accompagnate da multe e pene di ineleggibilità. Le Pen ha lasciato l'aula del tribunale prima della fine della lettura del verdetto.
L'accusa contro Le Pen è di aver assunto 12 assistenti parlamentari di altrettanti eurodeputati del Rassemblement National al Parlamento europeo di Strasburgo con “contratti fittizi” : gli assistenti venivano pagati dal Parlamento europeo, ma in realtà, secondo il tribunale, lavoravano per il partito in Francia. Raramente, se non mai, alcuni di loro sono stati visti al seguito delle delegazioni di rappresentanti eletti a Bruxelles o Strasburgo. Un sistema che secondo la procura aveva l'obiettivo di “far risparmiare” il partito ed era nato sotto la direzione di Jean-Marie Le Pen , il padre di Marine e il più influente politico di estrema destra francese degli ultimi decenni, scomparso a 96 anni lo scorso gennaio. Marine Le Pen avrebbe ereditato lo schema quando gli è succeduta alla guida del partito nel 2011 e avrebbe avuto un ruolo centrale nella sua attuazione. Il tribunale di Parigi ritiene che il caso abbia costituito complessivamente una frode da 2,9 milioni di euro per i contribuenti europei. “Che le cose sono chiare qui, nessuno viene processato per aver fatto politica, non è questo il tema – ha precisato il presidente del tribunale Benedicte de Perthuis – La questione è sapere se i contratti siano stati rispettati o meno”.
Come prevedibile, la sentenza ha scatenato un diluvio di dichiarazioni e polemiche : “Oggi non è solo Marine Le Pen a essere ingiustamente condannata: è la democrazia francese a essere giustiziata”, ha denunciato il presidente del RN, Jordan Bardella. E anche Eric Ciotti, leader dei Républicains ha contestato una “indegna cabala giudiziaria”, chiedendosi: “La Francia è ancora una democrazia?”. L'alleato del RN ha inoltre scritto su X: “Il nostro è un sistema di presa del potere che esclude sistematicamente qualsiasi candidato che sia troppo a destra e che sia in grado di vincere, da François Fillon a Marine Le Pen”. La sentenza ha scatenato anche la reazione dei leader populisti e dell'estrema destra europea : tra questi il premier ungherese Viktor Orban che ha scritto su X “ Je suis Marine!” e l'olandese Geert Wilders che si è detto “scioccato” per la condanna. Quanto al capofila della Lega e vicepremier italiano Matteo Salvini ha definito il pronunciamento una “dichiarazione di guerra” da parte di Bruxelles. Non da ultimo, anche il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha commentato la sentenza dichiarando che Mosca “non vuole interferire negli affari interni della Francia” ma che, a suo parere, “in diverse capitali europee le norme democratiche vengono violate”.