Fonte ISPI - Donald Trump saluta l'inizio “dell’età dell'oro” degli Stati Uniti e firma una raffica di ordini esecutivi. Von der Leyen: “Entrati in una nuova era di competizione geostrategica”.


C’è un’immagine della cerimonia di insediamento di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti che cattura — più delle altre — il senso della nuova presidenza. È quella che mostra i CEO delle principali Big Tech, tra cui Elon Musk, Jeff Bezos, Tim Cook e Mark Zuckerberg, che plaudono sorridenti al ritorno del tycoon, accanto ai numerosi figli e nipoti della dinastia Trump. Non si era mai vista in una cerimonia pubblica una tale concentrazione di molti degli imprenditori più ricchi e potenti della nazione, resa ancor più evidente dal piccolo spazio in cui erano costretti, dopo che la cerimonia è stata spostata all'interno del Campidoglio a causa delle temperature gelide. “L’età dell’oro dell’America inizia oggi” ha dichiarato Trump, il cui ritorno – nella stessa sala che era stata vandalizzata quattro anni fa dai suo sostenitori - è stato benedetto da quella che il presidente uscente Joe Biden ha definito “la nuova oligarchia” che minaccia la democrazia americana. Il fatto che Trump e sua moglie abbiano lanciato dei memecoin, le loro personali criptovalute, per trarre vantaggio dal mercato più speculativo del mondo, nei giorni precedenti all’insediamento, è emblematico del nuovo corso. Se il primo mandato di Trump e la sua conclusione erano stati turbolenti, la seconda era Trump promette di essere ancora più radicale e dirompente della prima.

A otto anni dal suo primo discorso di insediamento, quello sulla “carneficina americana”, Trump è tornato dunque con la promessa di una nuova “età dell’oro” per gli Stati Uniti. Ma gran parte di quella retorica vendicativa era ancora presente, nei toni intrisi di rancore e in un afflato quasi messianico per il suo straordinario ritorno politico. “Sono stato salvato da Dio per rendere di nuovo grande l’America”, ha detto il tycoon in riferimento al tentato assassinio di cui era stato vittima la scorsa estate. In un discorso denso di accenti imperialistici, Trump ha poi annunciato che restituirà alla vetta più alta d'America, il monte Denali, il suo vecchio nome, Mount McKinley, in onore del presidente repubblicano assassinato nel 1901. Ha ribadito inoltre l’intenzione “perseguire il nostro destino manifesto fino alle stelle” promettendo di piantare la bandiera americana su Marte, di rinominare il Golfo del Messico ‘Golfo d’America’ e di riprendere il Canale di Panama. Il presidente ha promesso di “fermare ogni censura governativa”, di “riportare la libertà di parola in America” e creare una società “indifferente al colore e basata sul merito”. Ha anche dichiarato che gli Stati Uniti avranno d’ora in poi solo due generi, maschile e femminile.

L’Europa si prepara al peggio?

Come prevedibile, l’arrivo di Trump alla Casa Bianca prelude a tempi difficili per l’Europa. Intervenendo al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha avvertito che “il mondo sta cambiando, così dobbiamo cambiare anche noi”. “L’ordine mondiale cooperativo che avevamo immaginato 25 anni fa non si è trasformato in realtà”, ha detto von der Leyen, “Invece, siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica. Le principali economie mondiali stanno gareggiando per l'accesso alle materie prime, alle nuove tecnologie e alle rotte commerciali globali. Dall'intelligenza artificiale alla tecnologia pulita, dalla quantistica allo spazio, dall'Artico al Mar Cinese Meridionale: la gara è iniziata”. Ma pur avendo compreso tutto ciò, avverte la presidente, il cui intervento ha seguito di poche ore l’insediamento di Trump per il secondo mandato, “dovremo lavorare insieme per evitare una corsa globale al ribasso”. Perché, spiega, non è nell'interesse di nessuno rompere i legami nell'economia globale: “Negli ultimi 25 anni, l'Europa ha fatto affidamento sulla crescente ondata del commercio globale per guidare la sua crescita – ha aggiunto von der Leyen -  Ha fatto affidamento sull'energia a basso costo dalla Russia. E l'Europa ha troppo spesso esternalizzato la propria sicurezza. Ma quei giorni sono finiti. Le regole di ingaggio tra le potenze globali stanno cambiando. Non dovremmo dare nulla per scontato. E mentre ad alcuni in Europa potrebbe non piacere questa nuova realtà, noi siamo pronti ad affrontarla”. 

Fonte ISPI